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martedì 30 aprile 2013

"Ti offro" di Jorge Luis Borges


ti posso dare la fame del mio cuore...
Gustav Courbet, Gli amanti felici


Ti offro strade difficili, tramonti disperati,
la luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati, i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires,
due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca;
il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne -
a capo di un cambio di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia
nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche modo -
il centro del cuore che non tratta con le parole,
ne coi sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore;
cerco di corromperti con l'incertezza,
il pericolo, la sconfitta.

- Jorge Luis Borges


lunedì 29 aprile 2013

Da "Tristano muore.Una vita" di Antonio Tabucchi

Chi ti potrebbe cercare ancora se non io?
J.W. Waterhouse, Tempesta



Tutto ho raccolto di te: briciole, frammenti, polvere, tracce, supposizioni, accenti restati in voci altrui, qualche grano di sabbia, una conchiglia, il tuo passato immaginato da me, il nostro supposto futuro, ciò che avrei voluto da te, ciò che mi avevi promesso, i miei sogni infantili, l’innamoramento che bambina sentii per mio padre, certe sciocche rime della mia giovinezza, un papavero sul ciglio di una strada polverosa.
Anche quello ho messo in tasca, sai?
Non so se tu hai messo il tuo seme dentro di me o viceversa. Ma no, nessun seme di noi è mai fiorito. Ciascuno è solo se stesso, senza la trasmissione di carne futura, e io soprattutto senza qualcuno che raccoglierà la mia angoscia.
Tutte le ho girate queste isole, tutte cercandoti. E questa è l’ultima, come io sono ultima. Dopo di me, basta. Chi ti potrebbe cercare ancora se non io?

- Antonio Tabucchi

domenica 28 aprile 2013

"Donna Maria" di Raffaele Chiurazzi

ma tutt''a giuventù campa 'e suspire
e pe donna Maria more 'e speranze

Vladimir Volegov, donna  Rosa



Donna Maria

Donna Maria s'ha miso a' vesta nova
e nu paro 'e scarpine scamusciate.
'A gente attuorno diceno: - Va trova!
Va trova ch'ati guaie ha cumbinate! -

Ma sta donna Maria, viata a essa,
putesse fa''a nutriccia a' "Nunziata":
tene ddoie spalle 'e na matre Badessa,
na carnagione 'e seta 'mpusumata.
,
E ttene'e mmane chiene 'e fussetelle,
'o pizzo a rrisa d''a napulitana.
Quanno se ferma dint''e Ffuntanelle,
s''a spogliano cu ll'uocchie sana sana.

E aieressera, proprio a ' Ffuntanelle
se so sparate pe' donna Maria.
Cinche perzune, cinque rivultelle.
Peggio 'e quanno se spara 'a batteria.

So' ghiute duie cascante a 'e Pellerine,
senza sbelare il dorge oggetto amato!
Tutt''e ffigliole stanno ncopp''e spine
e ognuna s'annasconne 'o nnammurato.

Ma tutt''a giuventù campa 'e suspire
e pe donna Maria more 'e speranze.
Quanno te nchiova cu chill'uocchie nire
pure nu figlio 'e Re lle cade nnanze.

E' na riggina barbara e sberressa,
ca tutte 'a vonno ma nisciuno 'a prova.
E sempe ca se sparano pe' essa,
essa se ngigna 'e scarpe e 'a vesta nova.

 - Raffaele Chiurazzi 



Trad.

Donna Maria si è messa la veste nuova
ed un paio di scarpette scamosciate
la gente intorno dice: - Chissà...
Chissà quali altri guai ha combinato!

Ma questa donna Maria, beata lei!, 
potrebbe fare la nutrice all' Annunziata.
Tiene due spalle da madre badessa
e una carnagione che pare seta inamidata.

Ed ha le mani piene di fossette
e il sorrisetto della napoletana.
Quando passa a via Fontanelle
se la spogliano tutta con gli occhi.

E ieri sera proprio alle Fontanelle
si sono sparati per donna Maria.
Cinque persone, cinque rivoltelle, 
peggio dei fuochi d'artificio.

Due sono caduti e finiti al Pellegrini, 
senza svelare chi era l'oggetto amato.
Tutte le ragazze stanno sulle spine
ed ognuna si nasconde il fidanzato.

Ma tutti i giovani vivono di sospiri
e per donna Maria muore di speranze,
quando ti inchioda con quegli occhi neri
pure un figlio di re gli cade ai piedi.

E una regina barbara e scaltra
che tutti desiderano ma nessuno ottiene
e quando accade che si sparano per lei
lei indossa le scarpe e la veste nuova.

trad. di Rosanna Bazzano



Leggere questa poesia e sentirsi un po' donna Maria... il sogno di ogni donna...


Raffaele Chiurazzi (Napoli, 24 febbraio 1875 – 3 dicembre 1957) è stato un poeta napoletano, detto l'usignolo dei Cristallini, "...di lacrime e sorrisi del popolo e del cuore", cosi' definito dalla targa commemorativa posta in suo onore in via Cristallini dai poeti dello "Sciaraballo". 
Nato il 24 febbraio 1875 in un basso del Cavone a piazza Dante è tra i più rappresentativi autori teatrali della Napoli della prima metà del Novecento.

sabato 27 aprile 2013

"Non è con la poesia" di Claudio Finelli

Loredana Cycellin Comneno, Luciano Correale, Claudio Finelli, Rosanna Bazzano



Non è con la poesia che riuscirò ad averti
né col tempo che ridona il canto.
Devo solo abituarmi al tuo silenzio
quel silenzio che travolge ogni rumore
che sovrasta tutto
e non mi dà la morte.

- Claudio Finelli

I miei complimenti a Claudio che sta per uscire con la sua prima raccolta "Sulle mie labbra", La vita felice editore.
TVB SMACK 

venerdì 26 aprile 2013

"Potevo essere" di Wistawa Szymborska

la sorte mi è stata benigna
Giovanni Boldini, Lady Colin Campbell


Uno nato sotto una cattiva stella
buona per altri.

E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?

Se al mondo fossi venuta
nella tribu' sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?

La sorte, finora
mi è stata benigna.

Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.

Poteva essermi tolta
l'inclinazione a confrontare.

Potevo essere me stessa - ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.

- Wistawa Szymborska


giovedì 25 aprile 2013

"Amplesso" di Rosanna Bazzano




Amplesso

S’inarcano le reni,
nel fluido dell’amplesso,
e nell’ansa dolcissima
dei seni
s’insinua il tuo respiro,
mentre
il verso sdrucciolo
di un bacio
lo sigilla.

-Rosanna Bazzano


mercoledì 24 aprile 2013

"Solo te" di Else Lasker-Schüler

io voglio riposarti in mano...
Marc Chagall, Innamorati


Solo te

Il cielo si porta nel cinto di nuvole
la luna ricurva.

Sotto la forma di falce
io voglio riposarti in mano.

Sempre devo fare come vuole la tempesta,
sono un mare senza riva.

Ma poiché tu cerchi le mie conchiglie,
mi si illumina il cuore.

Stregato
giace sul mio fondo.

Forse il mio cuore è il mondo,
batte -

e cerca ancora te -
come ti devo invocare.

- Else Lasker-Schüler


martedì 23 aprile 2013

"Amo le cose belle" di Josè Saramago

amo le cose belle...
Vladimir Volegov, Sonetto in riva al mare




Amo le cose belle,

le belle storie che dicono qualcosa,

mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore.


E’ bello aver la pelle d’oca,

significa che stai vivendo.


- Josè Saramago




José de Sousa Saramago  (Azinhaga, 16 novembre 1922 – Tías, 18 giugno 2010) è stato uno scrittore, critico letterario, poeta, drammaturgo e giornalista portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998.
Uno dei tratti che più caratterizzano le opere di Saramago è il narrare eventi da prospettive piuttosto insolite e controverse, cercando di mettere in luce il fattore umano dietro l'evento. 
È frequente l'uso dell'ironia, non ci sono eroi, ma semplicemente uomini, con i loro pregi ed i loro difetti. E in effetti non manca la pietà e la compassione dello scrittore per essi, piccoli rappresentanti del genere umano.


domenica 21 aprile 2013

"Fatte nu poco 'o cunto" di Prospera Paturnia


fatte 'stu cunto...
foto, Prospera giugno 2012



Fatte nu poco ’o cunto

Fatte nu poco ’o cunto
’e chesta vocca,
’e quanta vase ha spase
e ancora spanne.

Fatte ’stu  cunto
e diceme pecché
’e cchiù carnale e ddoce
so pe’ tte.

- Prospera Paturnia (Rosanna Bazzano), L'Olivo Saraceno, gennaio 2009, Edizioni L'ancora di Partenope.


Trad.:

Fai un po' il conto
della mia bocca
di quanti baci ha donato
e ancora dona.

Fatti questo conto
e spiegami perché
i più carnali e dolci
sono per te.

venerdì 19 aprile 2013

"La terapia di Angela" microracconto di Rosanna Bazzano

Non sei sola...
Raquel Diaz, Triste



Angela c’era riuscita.
Da un’ora Agata parlava, parlava, parlava.
Dei suoi problemi con Carlo, di quelli con Mauro, di lei, di come stava.
Parlava e si torturava contemporaneamente, quasi che così espiasse anche la colpa di parlare male di chi amava.

“Si, perché lui …” e si mordeva le labbra facendo sbavare un po’ il gloss rosato.
“E poi lui …” e si tirava la manica dell’avvitatissima giacca di lana rosso ciliegia.
“Perché quando io …” ora toccava al colletto della camicia di seta grigia.
“E allora lui …” facendo come per sfilarsi una delle sue bellissime decolleté, anch'esse rosse.
“Infondo io …” così passando a pizzicarsi le belle gambe attraverso le calze.
“Si, ma lui … cazzo!” e sulla colorita esclamazione assestò un colpo di allungamento alla minigonna grigia.
E bla bla bla, le sue razionalissime ragioni, le sue raziocinanti sensazioni e le sue irrazionalissime scuse.
E le colpe, le colpe di tutti. E i conseguenti devastanti effetti.

Angela la guardava, interveniva al bisogno, la esortava nei proponimenti sani, la dissuadeva dalle sue surreali vendette, la incentivava ad agire a suo reale vantaggio.
Le lasciava qualche attimo per riflettere, poi piantava un nuovo chiodo nella testa stanca di Agata.
Un punto che finiva per mettere a segno con la consumata maestria che tanti anni di professione le avevano insegnato e con tutta l’umana sensibilità di cui era capace verso quella donna, bella e brillante, che non si era mai voluta bene.

Mentre l’ora volgeva al termine ad Angela  pareva di aver colto bene un punto nodale di tutto quello tsunami di parole.
Agata appariva agitata e stanca, irritata dal ricordo di ciò che raccontava con una grinta astiosa e amara.

Angela la fisso per qualche istante, Agata fece silenzio, entrambe si scambiarono, in quello sguardo, una scintilla d’anima, poi Angela allungò la sua mano sulla scrivania verso Agata e le disse con voce calma ma ferma:
“E’ dura e non sarà facile uscirne, te lo premetto. Ma ti aiuterò io. Non sei sola.”

Non sei sola, le disse, centrando il problema, e finalmente Agata cominciò a piangere sommessamente.

- Rosanna Bazzano

Il vero grande problema della società moderna, secondo me, è l'individualismo sempre più esasperato che rende tutti soli.


giovedì 18 aprile 2013

La stanchezza di Fernando Pessoa

Non ci sarà una stanchezza di essere...?
Edward Munch, Malinconia


Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?

Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l'essere triste lume o un sorriso...

- Fernando Pessoa



Fernando António Nogueira Pessoa  (Lisbona, 13 giugno 1888 – Lisbona, 30 novembre 1935) è stato un poeta, scrittore e aforista portoghese.

È considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, e per il suo valore è comparato a Camões. Il critico letterario Harold Bloom lo definì, accanto a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo.

« Una delle mie preoccupazioni costanti è capire com'è che esista altra gente, com'è che esistano anime che non sono la mia anima, coscienze estranee alla mia coscienza; la quale, proprio perché è coscienza, mi sembra essere l'unica possibile. »
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares)

mercoledì 17 aprile 2013

"Lo straniero che ti abita" di Francesco Di Lorenzo


e tu resti là a sentire che ci sei e non ci sei
Jacques Henri Lartigue, self portrait


A volte sembra di riuscirci,
di toccare con mano
esserci tanto vicino
sentire il respiro il sapore l'odore,
ma sono solo pochi attimi
poi la sensazione sfugge,
come un'anima ribelle si allontana
sguscia via tra le cose, i pensieri, le idee...
e tu resti là a sentire che ci sei e non ci sei
con la mente assorta
ad assaporare la sensazione di stare in te
di esistere
e non apparire solo lo straniero che ti abita da sempre.

- Francesco Di Lorenzo

Cosa ci fa sapere che siamo? Come sapere chi siamo? 
Conoscersi a volte pare quanto di più difficile da fare... 
Siamo gli stranieri che ci abitano da sempre... 

FRANCESCO DI LORENZO è nato a Napoli. Attualmente vive a Udine e insegna materie letterarie presso l’Istituto Zanon (Ud).  Fa parte della redazione della rivista on-line di cultura scolastica FUORIREGISTRO ed è collaboratore del sito DIDAWEB. (www.didaweb.net). Fa parte del comitato di redazione della rivista “Psicologia e Lavoro”, diretta da Enzo Spaltro. 
Autore di numerosi testi scolastici nonché di racconti pubblicati su varie riviste nazionali e del saggio "Ministri. Pubblica Istruzione." 

martedì 16 aprile 2013

" È L'amore " di Jorge Luis Borges

È l'amore, dovrò nascondermi o fuggire...


È l’amore

È l’amore. Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce.
La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l’unica.

A cosa mi serviranno i miei talismani:
l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione,
le gallerie della Biblioteca, le cose comuni,
le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno?
Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo.

È, lo so, l’amore: l’ansia e il sollievo di sentire la tua voce,
l’attesa e la memoria, l’orrore di vivere nel tempo successivo.
È l’amore con le sue mitologie, con le sue piccole magie inutili.

C’è un angolo di strada dove non oso passare.

Il nome di una donna mi denuncia.

Mi fa male una donna in tutto il corpo.


- Jorge Luis Borges


lunedì 15 aprile 2013

"Il bordello del mondo" di Ghiannis Ritsos

una donna sola passò nel vento giù sul lungomare...
Vladimir Volegov, coast breeze 



Alle navi fu vietato salpare per due giorni. Pure
di tanto in tanto compariva il sole; 
gli ulivi si facevano il segno della croce;
una donna sola passò nel vento giú sul lungomare;
la veste le si appiccica sul corpo. E lui, la mano in tasca,
lasciò la moneta calda e si strinse il fallo. Ehi – gridò –
ehi, miserabile, infame, porca vita, che buon profumo
di salsedine, alloro, sperma e fica ha il bordello del mondo.

- Ghiannis Ritsos
(da Il funambolo e la luna, Crocetti editore)



La vita dei porti con la cruda essenzialità di chi vive una vita fatta di soli bisogni materiali...

domenica 14 aprile 2013

"Nun è overo" di Pasquale Ruocco

Guardate dint''e vascie e fore 'e cchiese
Peppe Luongo, 'O vascio


Nun è overo

No, nun ‘e state a sentere ‘e canzone!
Chistu mare è celeste, 'o cielo è d'oro,
ma stu paese nun è sempe allero.

Nun sponta sempe ‘a luna a Marechiaro
e nun se canta e se fa sempe amore;
cheste so’ fantasie pe' furastiere.

Si vui vulite bene a stu' paese,
fermateve nu' poco dint’’ e viche,
guardate dint'’e vasc e fore 'e chiese.

Venite, assieme a me, p’’e strate antiche,
invece ‘e cammenà vicino 'o mare,
parlate cu chi soffre e chi fatica.

Quanta malincunia p’’e case scure
addò nun trase st aria 'e primavera!
Guardate quanta sante attuorno 'e mura!

Sta gente poverella crede a Dio,
patisce rassegnata e pare allera:
e chi è cecato canta "O sole mio".

N'hanno chiagnute lacreme ll'artiste:
e quante ne so' muorte int'o spitale!
Stu paese d'o sole comme è triste!

Io veco comm’ a n'ombra a ogne puntone
e penzo 'a gente ca lle manc 'o ppane…
Quanta buscie ca' diceno 'e canzone.


- Pasquale Ruocco



Questa è forse la mia poesia preferita in napoletano... 
L'apparenza inganna

sabato 13 aprile 2013

"Essenza essenziale" di Rosanna Bazzano

e in ogni dove mi manchi… 
Premio di poesia "Il fiore", Chiesina Uzzanese (Pistoia)


Essenza essenziale

Essenza-essenziale, tu che manchi
lì,  lì per lì, qui et hora,
in odore spinoso
all'olfatto giocondo del giorno,
alla piaga purulenta
di un vecchio striatissimo muscolo,
qui et hora,
qui proprio sotto la cintura
e dietro ogni punto cucito
del cavallo dei jeans,
qui et hora,
ma anche lì, e là,
e in ogni dove mi  manchi....
ma sopratutto qui et hora

28.10.2008

- Rosanna Bazzano, Il tempo zoppo


Oggi, 11.11.2014 commento questo post di più di un anno fa
La mancanza è sempre urgenza, e per questo suo carattere improcrastinabile. 
Tutto si può rimandare, e sarà più bello o meno bello, non è dato saperlo, ma non sarà mai uguale all'attimo passato e non goduto.
Le attese alimentano la fame, o la fiaccano sgonfiandola… 



venerdì 12 aprile 2013

"Gli occhi di Giulia" di Rosanna Bazzano


e vi si accosta coi suoi occhi belli...
Vladimir Golegov, Bimba in giardino

Gli occhi di Giulia

Giulia in giardino col vestito al vento,
bianco d’un bianco ch'è tutto splendore,
ride giocando col carbone spento
pure se stride contro il suo lucore.

E vi si accosta col sorriso chiaro,
e vi si accosta coi suoi occhi belli,
scambia il carbone per diamante raro,
quello che sporca per degli acquerelli.

Quando si accorge dell’enorme errore
era già tutta sporca, poverella

e tratteneva il pianto con stupore,
lei ch'era sempre stata una modella,

e del  carbone,  impara con dolore,
che prima  sporca e poi ti fa monella.

- Rosanna Bazzano

"Talvolta la bellezza non è in ciò che si vede ma in chi guarda, gli occhi belli fanno bello il mondo..." Rosanna Bazzano


In materia i proverbi si sprecano: "Dal proprio cuor l'altrui misura", "Nisciuna bella mette nu difetto a n'ata" .... e potremmo continuare a lungo... 

Il senso è chiaro, chi è abituato a certi comportamenti poco puliti crede di scorgerli anche in altri poiché non conosce altro modo di comportarsi, ma anche perché è più facile infangare gli altri che cambiare la propria natura... 



giovedì 11 aprile 2013

"Solo per me" di Louis Ferdinand Celine

Ho voglia di vederti arrivare...
Vladimir Golegov, Le rendez vous



Solo per me

Me ne sto qui,
a lavorare,
mentre mi aspettavo che questa storia portasse un po' di calma,
che rimanere ad aspettare avesse
il piacere della tranquillità, della certezza.
Per il cumulo di piccole precauzioni già avute
si creasse un mondo ovattato,
una placenta dorata dentro cui muoversi.

E invece no,
mi ritrovo stordito
a dover far correre più veloce la mente per qualche soldo in più e
al posto dell'umana e borghese soddisfazione,
di quel piccolo onore sociale che mai ho avuto il piacere di provare,
guardo impaziente la mia borsa,
in basso a destra,
dove ho messo delle fotografie appena ritirate.

Continuo ad inciampare su lancette, ipotesi di traffico,
inconvenienti vari
mentre sono costretto a sorridere,
ad ammettere la sconfitta,
più di tutto
che ormai sarebbe già tardi per altre soluzioni,
per una strategia prudente e ponderata,
per quel briciolo di abitudinario tepore fatto di fumo, odori acri, gentilezze fragili,
per una camera deserta e poco illuminata.

Ho voglia di vederti arrivare
con la testa bassa,
rimanere seria e sorridere
solo all'ultimo istante,
allora aprire le braccia e le labbra
solo per me.

- Louis Ferdinand Celine



- Louis-Ferdinand Céline, pseudonimo di Louis Ferdinand Auguste Destouches (Courbevoie, 27 maggio 1894 – Meudon, 1 luglio 1961), è stato uno scrittore, saggista e medico francese. Lo pseudonimo, con cui firmò tutte le sue opere, era il nome della nonna materna.
Céline è considerato uno dei più influenti scrittori del XX secolo, celebrato per aver dato vita a un nuovo stile letterario che modernizzò la letteratura francese ed europea.[1] La sua opera più famosa, Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932), è un’esplorazione cupa e nichilista[2] della natura umana e delle sue miserie quotidiane.

- Vladimir Volegov è pittore russo contemporaneo.



mercoledì 10 aprile 2013

"Potresti essere con me" da un racconto di Massimo Bisotti

Potresti essere con me...
Vladimir Volegov, L'ora del the


POTRESTI ESSERE CON ME

“C’è chi ti ruba l’aria e chi te la ridà, dosandola in quel modo così perfetto da insegnarti a respirare”
E così oggi ti dedico un pensiero. Piccolo piccolo. Impercettibile.
Potresti essere come me, cercare il perché di ogni cosa, stremata, fino a comprendere che non sempre c’è un perché a tutte le infinite domande che si affacciano alle finestre del tempo. E ogni tanto il dolore si trasforma in rabbia, e ogni tanto la rabbia si trasforma in dolore, e ogni tanto le parole perdono il loro significato originale per lasciare originale solo la nostra condizione del cuore.
E così oggi ti dedico un respiro, profondo e leggero, impalpabile.
Potresti essere come me, sentire la necessità di scrivermi nei momenti di estrema serenità. Per dimostrare che non è per necessità che vuoi assaggiare una vita ma per l’emozione di sapere che solo i morsi dell’amore levano la fame.
E così oggi ti dedico una canzone, lenta, sensuale, incalzante.
Potresti essere come me, mentre ti scopri a stonare con gusto le note esplosive della realtà.
E così oggi ti dedico un mattino, fresco, avvolgente, puro.
Potresti essere come me, con lo sguardo nel colore di un caffè a fumare previsioni del giorno senza che importi niente alla mente di sapere se piove oppure no, e nella musica della radio la traccia nascosta di un paradiso terrestre normale, niente alberi proibiti su cui lanciarsi per fare uno sgarro all’entusiasmo della quotidianità, alla pace di un ritorno dopo l’altro, senza curve d’assenza, senza picchi e ripartenze e addii traditi a riconferma di atti mancati.
Ma tu non sei come me.
Ma io ti volevo lo stesso con me.
A dedicarti la mia vita.
A farmi dire: vorrei stare in un altro posto ma non so dove e non saprei con chi se non ci fossi tu.
A farmi dire di quelle finestre aperte appena dietro la mia ombra che focalizzano lo sguardo sui paesaggi delle anime, su quelle ricchezze naturali che ci portano alla gioia e non hanno niente a che vedere con quello che possiamo comprare, perché la gioia non è artificiale, è nello spendere se stessi per qualcuno e nel trovare il proprio demone negli occhi dell’altro, come talento sconfinato d’amore ..

- Massimo Bisotti, da La luna blu




martedì 9 aprile 2013

"Gli assedi" di Patrizia Valduga

Oh, torna a visitarmi mio signore...
Gustave Klimt, I pesci rossi (1901)

...
Oh torna a visitarmi mio signore,
del corpo terremoto, e del cuore….
qui ritorna nei giorni del mio fiore
che solo assedi esigono e terrore,
fin che cammini dentro al grande amore,
senza morire come ognuno muore,
immobile e senza peso il cuore.

- Patrizia Valduga






Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918) è stato un pittore austriaco, uno dei massimi esponenti dell'Art Nouveau (stile Liberty, in Italia), protagonista della secessione viennese.

lunedì 8 aprile 2013

" La mente vorrebbe uscire..." di Raymond Carver

La mente vorrebbe uscire di qui,  fuori sulla neve…
Claude Monet, La gazza


La mente vorrebbe uscire di qui, fuori sulla neve

La mente non può dormire, può solo giacere sveglia,
ingolfata, ad ascoltare la neve che si aduna
come per l'assalto finale.

Vorrebbe che venisse Cechov a somministrarle
qualcosa- tre gocce di valeriana, un bicchiere
d'acqua di rose- qualunque cosa, non importa.

La mente vorrebbe uscire di qui
fuori sulla neve. Vorrebbe correre
con un branco di bestie irsute, tutte denti,

sotto la luna, in mezzo alla neve, senza
lasciare traccia, neanche un' impronta, nulla.
È malata, stasera, la mente.

- Raymond Carver
   traduzione Riccardo Duranti


domenica 7 aprile 2013

"Ingratitudine" di Prospera Paturnia

bello tenite 'o core 'e belle 'e mmane
Vladimir Volegov, Rose bianche


Ingratitudine

Bella signò, ch'avite dato tanto,
e poco o niente v'hanno ricambiato,
nun v'ffliggite cchiù, basta cu 'o chianto,
nun vale, 'stu suffrì, nu n'ammurato...

Bello tenite 'o core, dint''a mana,
e tutto avite dato ogne mumento...
si 'a fine po' v'hann''a chiammà puttana
ve cunveneva darla a pagamento...

- Prospera Paturnia, Rosanna Bazzano


Talvolta l'amore è proporzionalmente inverso, più si dà meno si riceve, chi è troppo amato può passare dallo stadio di corteggiatore devoto e orante, a quello in cui si convince che l'amore e la dedizione, che in un primo momento si erano duramente guadagnati, ora siano un tributo dovuto alla sua immensa persona,  e alla fine smette di amare l'altro per amare solo se stesso, talvolta tanto da non vedere più l'altro nella sua originaria bellezza e semplicità ma di giungere al disprezzo continuo, al continuo tentativo di macchiarne la purezza... 
La chiosa caustica della strofetta,  fortemente provocatoria, intende sottolineare solo che l'amore non bisogna donarlo a titolo gratuito, per la sua sacralità immensa, e  per l'enorme investimento di tempo e di energie che comporta,  merita almeno di essere ricambiato... 
Le donne sono più spesso quelle che cadono nella trappola del troppo amore... io ne conosco una meravigliosa a cui la dedico, a cui sono vicina nel suo malostare... 

Prospera Paturnia è un eteronimo di Rosanna Bazzano, un personaggio che ha una voce poetica tutta sua.
Prospera, popolana colta, è donna vissuta e arguta che guarda alla vita nella sua crudezza e dice pane al pane e vino al vino. A lei ci si rivolge per consiglio e lei sagacemente e con molta amara ironia dispensa in versi i suoi giudizi.
Se a primo acchito può sembrare fredda e distaccata in realtà è una donna che porta dignitosamente la ferita di un grande dolore che traspare nelle liriche intime come fondo di amarezza e disillusione.

sabato 6 aprile 2013

"Accade" di Eugenio Montale

insisto nel ricercarti in un fuscello, mai nel pieno, sempre nel vuoto
foto, Sascha Weidner


Accade

Accade
che le affinità d’anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. è raro
ma accade.

Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l’oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio. tanto e altro
può darsi o dirsi.

Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perché solo così si manifesta
la tua magia. innumeri le astuzie
che intendo.

Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell’albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.

Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors' era così come mi pareva
o non era.

Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l’innocenza è una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.


- Eugenio Montale


venerdì 5 aprile 2013

"Gli uomini" di Rosanna Bazzano

ogni donna sagace che si attrezzi...



Gli uomini

Sono una donna che ha ascoltato molto
ed indagato in ogni cupo anfratto
ciò che sente  e abbisogna l’uomo colto
come il superficiale ed il distratto.

Gli uomini sono semplici, vedete,
hanno i loro bisogni scritti in fronte
inutile affannarvi, che credete,
gli basta solamente siate pronte…

La tenerezza, la bellezza, il cuore
non sono fini, sono solo mezzi
per guadagnarsi un po’ di buonumore

ogni donna sagace che si attrezzi
demandi a miglior cosa il proprio amore
e faccia come me, sù, si divezzi!

- Rosanna Bazzano


giovedì 4 aprile 2013

"Quando il giorno" di Rosanna Bazzano


nel silenzio dell'alba, alla finestra nuda, mi vedrai...
Jack Vettriano, Baby bye bye

Quando il giorno

Quando il giorno
non rilucerà più
nel mio sorriso
mi sentirai nel mare,
nella risacca lenta della sera,
come nell'onda furiosa
quando fa tempesta.

Nel crepitio dolce della candela,
mi sentirai,
e nel fumare piano della mia teiera.

Mi sentirai nelle moine delle api
quando fanno l’amore con i fiori,
nel vento dolce che spettina i prati
e nell'eccesso di quello che urla
nelle gole dell' Alcàntara.

Ma quando tutto tace
e la crosta del giorno
è  una fumosa coperta,
nel silenzio dell’alba,
alla finestra nuda,
mi vedrai.

- Rosanna Bazzano

martedì 2 aprile 2013

"A Vave" di Marc Chagall

I tuoi occhi  mi toccano
Marc Chagall, Vave










I tuoi occhi mi toccano,
con te io sono giovane...
Quando laggiù gli alberi minacciano
e il cielo svanisce in lontananza
i tuoi occhi mi toccano.
Quando ogni passo si perde sull'erba
quando ogni passo sfiora le acque,
quando le onde mi fervono in testa
e dall'azzurro qualcuno mi chiama
con te io sono giovane.
Cadono i miei anni come foglie
e qualcuno colora le mie tele,
allora esse brillano di te
e sul tuo volto il sorriso è radioso,
più chiaro assai delle nubi più chiare...
Allora io corro dove sei,
dove mi pensi e dove mi attendi.

- Marc Chagall
 (a Valentina Brodsky, che lui chiamava Vave, l'ultimo dei suoi amori, sposata nel '52 e rimasta sua compagna fino alla morte)

Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 28 marzo 1985) è stato un pittore russo naturalizzato francese, d'origine ebraica.

lunedì 1 aprile 2013

"Inno ad Afrodite" di Saffo

Afrodite immortale. dal trono fiorito...
Dante Gabriel Rossetti, Venere Verticordia



Inno ad Afrodite

Afrodite immortale, dal trono fiorito,
figlia di Zeus, che trami gli inganni - ti supplico -
non dannare il mio cuore con angosce e dolori,
signora immortale.

Ma vieni da me, tu che già una volta
da lontano sentisti il mio grido,
e mi hai ascoltato, e sei venuta da me
abbandonando la casa del padre
con un carro tutto d'oro;

e leggiadri uccelli veloci
ti portavano sopra la terra nera
muovendo le folte ali, dall'alto
attraverso il cielo.

Subito giusero; e tu, beata,
Sorridendo nel tuo viso immortale,
domandavi perché ancora una volta
io soffrivo e perché ancora chiamavo
e che cosa soprattutto volevo
avere nel mio cuore in affanno.

«Chi ancora devo condurre
al tuo amore? Chi, Saffo,
ti ha fatto torto?
Se ora fugge, subito ti cercherò;
se non accetta doni, presto ne farà,
se non ama, subito ti amerà;
anche se non vuole».

Vieni anche ora da me
e liberami dal duro affanno
e tutto ciò che il mio cuore vuole
che per me si compia, tu compilo,
e sii tu stessa mia alleata.

- Saffo


1) Saffo, in greco Σαπφώ, Sapphó (Ereso, 640 a.C. circa – Leucade, 570 a.C. circa), è stata una poetessa greca antica vissuta tra il VII e il VI secolo a.C.. Di famiglia aristocratica, nacque a Mitilene, nell'isola di Lesbo, dove trascorse la maggior parte della propria vita.

2) Venere (in latino Venus) è una delle maggiori dee romane principalmente associata all'amore, alla bellezza e alla fertilità, l'equivalente della dea greca Afrodite.
A Roma il 1 aprile venivano celebrati i Veneralia in onore di Venere Verticordia, "che apre i cuori", e del suo compagno, Fortuna Virile.

3) Dante Gabriel Rossetti, nato Gabriel Charles Dante Rossetti (Londra, 12 maggio 1828 – Birchington, 10 aprile 1882), fu un pittore e poeta britannico, tra i fondatori del movimento artistico dei Preraffaelliti insieme a William Hunt, Ford Madox Brown e John Everett Millais.