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martedì 4 marzo 2014

"Quando siamo all'osteria" da I Carmina Burana



beve la madre, beve la zitella
Wilhelm Marstrand - Osteria romana - 1847




Quando siamo all'osteria

di questa terra non c'importa più,
ma giochiamo in allegria 
e non la smettiamo più.
Quel che si fa in un' osteria
dove il denaro in vino si butta via
è giusto che voi sappiate
dunque ciò che vi dirò ascoltate.

C'è chi gioca,  c'è chi beve,
c'è chi malamente vive.
Chi nel gioco si accanisce
tutto nudo poi finisce.
Ma c'è pur chi si riveste
e chi di sacchi si fa una veste.
Qui nessuno teme la morte
ma per il vino si gioca la sorte.

Prima un brindisi per la vincita al gioco,
i viziosi iniziano così,
poi per i prigionieri e per i vivi bevono ancora un poco,
poi per tutti i cristiani e per chi non è più qui,
la sesta bevuta per le suore vanitose,
la settima per i cavalieri di lande selvose.

L'ottava per i frati perversi,
la nona per i monaci dispersi,
la decima per tutti i naviganti,
l'undicesima per tutti i litiganti,
la dodicesima per ogni penitente,
la tredicesima per chi è itinerante,
sia per il papa che per il re di questo regno
bevono tutti senza ritegno.

Beve la dama e beve il signore,
beve il cavaliere e il monsignore,
beve questo e beve quella,
beve il servo con l'ancella,
beve il vispo e beve lo stanco,
beve il nero e beve il bianco,
beve il deciso e l'incostante,
bevono il dotto e l'ignorante,

bevono il povero e l'ammalato,
bevono l'esule e lo sconosciuto,
beve il giovane, beve l'anziano,
bevono il vescovo e il decano, 
beve il fratello, beve la sorella,
beve la madre, beve la zitella,
beve questa, beve quello,
bevono cento, bevono mille.

Sei denari durano niente,
quando si beve senza misura,
benché sia serena la mente.
Il disprezzo è cosa sicura
verso di noi di tutta la gente
che nulla offre alla nostra arsura.
Chi ci denigra che sia castigato
e fra gli onesti non sia annoverato. 





I Carmina Burana costituiscono un corpus di testi poetici medievali, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus, proveniente dal convento di Benediktbeuern e attualmente custodito nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.

Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Tale codice comprende 228 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con 8 miniature. Sembra che tutte le liriche dovessero essere destinate al canto, ma gli amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono la musica di tutti i canti poetici, cosicché si può ricostruire l'andamento melodico solo per 47 di essi. Il codice è suddiviso in sezioni:

Carmina moralia (CB:1-55), argomento satirico e morale;
Carmina veris et amoris (CB:56-186), argomento amoroso;
Carmina lusorum et potatorum (CB:187-226), canti bacchici e conviviali;
Carmina divina, argomento moralistico sacrale (CB: 227 e 228; questa parte fu probabilmente aggiunta all'inizio del secolo XIV).
I testi (tutti in latino medievale eccetto 47 scritti in alto tedesco) hanno argomento evidentemente molto diverso tra loro, e dimostrano la poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato troviamo i ben noti inni bacchici, le canzoni d'amore ad alto contenuto erotico e le parodie blasfeme della liturgia, dall'altro emerge un moralistico rifiuto della ricchezza, e la sferzante condanna verso la curia romana, della quale molti membri erano ritenuti sempre e solo dediti alla ricerca del potere.




Wilhelm Nikolaj Marstrand (Copenaghen, 1810 – 1873) è stato uno scultore e pittore danese.

Allievo di Christoffer Wilhelm Eckersberg, visse a lungo (1836-1848) a Roma e poi divenne direttore dell'Accademia di Copenaghen (1853).

Diede il meglio di sé nelle rappresentazioni di commedie e drammi di Ludvig Holberg.


2 commenti:

  1. Adatta al Carnevale, credo provenga dalla sezione dedicata ai canti bacchici, qui il vino è strumento di parificazione democratica visto che non essitono distinzioni per chi ricorre ad esso. Molto bello e molto meglio delle "sbronze" solitarie e disperate. Buon "mardì gras"...

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  2. La ringrazio del suo verissimo e interessante commento che fa notare come il testo vada oltre la pura goliardia… e come l'aggregazione sociale era molto più spontanea di adesso…
    Spero che lei abbia avuto un buon "mardì gras", oggi siamo già alle ceneri… un sorriso…

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