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mercoledì 18 febbraio 2015

"Candele" di Costantinos Kavafis


stanno i giorni futuri innanzi a noi 
come una fila di candele accese
foto dal web

Le candele

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.


– Kostantinos Kavafis


La paura del tempo che passa è comune ad ogni essere umano, Kavafis la esprime con magistrale semplicità in questi versi.
Non possiamo decidere quanto tempo avere ma solo utilizzare al meglio l'attimo presente...


"Alice: -Per quanto tempo è per sempre?
Bianconiglio: -A volte, solo un secondo”.

(Lewis Carrol)



Konstantinos Petrou Kavafis, noto in Italia anche come Costantino Kavafis (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1933), è stato un poeta e giornalista greco.

Kavafis era uno scettico che fu accusato di attaccare i tradizionali valori della cristianità, del patriottismo, e dell'eterosessualità, anche se non sempre si trovò a suo agio nel ruolo di anticonformista.

Pubblicò 154 poesie, ma molte altre sono rimaste incomplete o allo stato di bozza. Scrisse le sue poesie più importanti dopo i quarant'anni.

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